Le linguine all’Isola di Arturo sono un piatto ispirato al libro di Elsa Morante e creato per celebrare Procida come capitale della cultura dal noto ristorante dell’isola, Il Januarius. L’abbiamo assaggiato qui e ce ne siamo innamorati cercando di replicare la ricetta anche a casa e devo dire che il risultato è stato buono ma se vi trovatre a Procida non mancate di andarlo ad assaggiare direttamente dai suoi creatori ( Foto in basso).
La Ricetta prevede due ingredienti principali ovvero il pesto di pistacchi e e il salmone ed è un piatto che si presta a diverse occasioni, dalle cene con gli amici a pranzi speciali. La combinazione di salmone fresco e pesto cremoso a base di pistacchi crea un bilanciato connubio di sapori delicati e intensi che delizia il palato. Come tocco finale potete anche grattare una scorza di limone non trattatto per dare un tono ancora più fresco e saporito. Provatela anche voi e non ve ne pentirete!
Pasta con pesto di pistacchi e salmone
Ingredienti per 4 persone
- 400 g di pasta
- 300 g di filetto di salmone norvegese fresco senza pelle
- 50 g di pistacchi
- 70 g di pomodori secchi sott’olio scolati
- ¼ di spicchio d’aglio
- 50 g di basilico
- olio evo, pepe, sale q.b.
Preparazione
Iniziate preparando il pesto: nel frullatore, mettete i pistacchi, i pomodori secchi, l’aglio e il basilico. Frullate il tutto, aggiungendo l’olio a filo, fino a ottenere una consistenza cremosa. Successivamente, lessate le linguine in acqua bollente salata. Tagliate il salmone a cubetti di circa 2 cm di lato e fateli rosolare velocemente in una padella antiaderente ben calda con un filo di olio evo, sale e pepe.
Una volta cotta al dente, scolate la pasta e conditela con il pesto, regolando la consistenza con un po’ di acqua di cottura tenuta da parte. Impiattate, aggiungete il salmone e servite il piatto, decorando con qualche foglia di basilico e un po’ di scorza di limone grattugiata se gradite. Buon appetito! Leggi anche: Pasta alla Nannarella, la pasta fredda che fece innamorare Anna Magnani e Rossellini. Andavano a Furore solo per mangiarla