Il Pane di San Francesco, il dolce tipico delle nonne italiane: fatto con pochi ingredienti e profumatissimo.
Ingredienti del Il Pane di San Francesco
- 500 g di farina di tipo 2 grano tenero
- 150 g di lievito madre ( 6 g di lievito di birra)
- 200 ml di latte
- 80 g di miele millefiori
- 2 tuorli
- 50 hg di burro
- 8 g di sale
- scorza di limone
- 80 g di uvetta
Pane di San Francesco, procedimento
Mescolate con un cucchiaio la farina con il lievito madre e 200 ml di latte intero. Aggiungete il miele e i tuorli d’uovo e unite al composto omogeneo il sale e unite il rimanente. Continuate a mischiare fino ad avare un impasto uniforme al quale unirete la scorza grattugiata dell’agrume, il burro a pomata e l’uvetta reidrata in acqua tiepida e ben scolata.
Lasciate lievitare il composto ben impastato per 2 h a temperatura ambiente prima di dare forma a quattro pagnotte che adagerete ognuna su una leccarda foderata di carta forno con la chiusura a contatto sulla base e lo farete lievitare per 2 h. Fate un taglio a croce sulla superficie e aggiungete una nocina di burro nel mezzo. Trascorso il tempo necessario, infornate a 220° per 20 minuti e procedete, senza aprire il forno, a 190° per 30 minuti.
La tradizione, il sacco del pane
Risale effettivamente al 1200 la tela del sacco conservato da oltre 700 anni nel convento francescano di Folloni, a Montella (Avellino) e avrebbe contenuto davvero del pane che, secondo la tradizione, sarebbe stato inviato da San Francesco d’Assisi ai frati, ridotti allo stremo nel convento assediato da neve e lupi. Lo indica la datazione al radiocarbonio condotta sotto la guida di Kaare Lund Rasmussen, dell’Università della Danimarca Meridionale (Sdu). Il risultato, pubblicato sulla rivista Radiocarbon. Alla ricerca hanno contribuito le italiane Ilaria Degano, dell’università di Pisa, e Maria Perla Colombini, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).
Secondo la leggenda i frammenti del tessuto provengono da un sacco che conteva pane, ‘apparso’ sulla soglia del convento nell’inverno del 1224. Il giglio francese che accompagnava il sacco suggerì che a inviarlo avrebbe potuto essere San Francesco, che in quel periodo era in Francia. L’analisi al carbonio 14 ha mostrato che il tessuto effettivamente risale al periodo compreso tra il 1220 e il 1295, mentre le indagini chimiche condotte sotto la guida di Colombini hanno dimostrato che il sacco ha davvero contenuto del pane. I ricercatori lo hanno dedotto dalla presenza di una sostanza chiamata ergosterolo, contenuta nella membrana cellulare del lievito del pane.
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