Olive all’Ascolana alle tre carni: più gustose che mai con questo mix esplosivo. Buonissime e gustose, il piatto che può essere consumato in qualsiasi momento, un grande aperitivo. Vediamo come si preparano.
Ingredienti delle olive all’ascolana
- 500 gr. di olive verdi in salamoia
- 100 gr. di macinato misto
- 50 gr. di prosciutto crudo
- 100 gr. di mortadella
- 1 cucchiaino di cipolla disidratata
- aromi x carne
- 3 uova
- 30 gr. di pangrattato
- 100 gr. di parmigiano reggiano grattugiato
- pangrattato,
- farina
- olio
- pepe e sale
Preparazione
Mescolate il macinato con un po’ di olio, cipolla disidratata , pepe, un pizzico di sale aggiungete il prosciutto e la mortadella triturati, il parmigiano grattugiato, un uovo intero, un tuorlo, aromi x carni e pangrattato. Amalgamate bene fino ad ottenere un impasto compatto e piuttosto morbido. Riempite le olive dopo averle snocciolate con il preparato appena fatto avendo cura di non romperle.
Passate le olive prima nella farina, poi nelle uova sbattute e, infine, nel pangrattato. Friggete poi in una padella con abbondante olio. Quando saranno cotte, sgocciolate le olive, mettendole su una carta assorbente da cucina, e servitele quando sono ancora calde.
Storia
Le olive all’ascolana devono il loro nome alla città di Ascoli Piceno. Sono composte da olive verdi in salamoia, farcite all’interno da un composto tenero a base di carne.
Rappresentano una specialità gastronomica del territorio ascolano e sono uno dei piatti più rappresentativi del Piceno. Si accompagnano spesso ad altre fritture come gli spignoli, le carni, le verdure (il fritto misto all’ascolana prevede carciofi, zucchine e cotolette d’agnello) e la crema fritta.
L’ascolano Benedetto Marini, a seguito delle sue ricerche, data la nascita della ricetta delle olive all’ascolana ripiene nell’anno 1800. Al tempo, i cuochi che prestavano servizio presso le famiglie della locale nobiltà, accordandosi tra loro, inventarono il ripieno delle olive per consumare le notevoli quantità e varietà di carni che avevano a disposizione, dovute alla maggiorazione delle regalie che gravavano sui contadini verso i loro padroni.
Grandi estimatori dell’oliva all’ascolana furono Giacomo Puccini e Gioacchino Rossini che se le faceva addirittura spedire a Parigi. Giuseppe Garibaldi ebbe modo di assaggiarle, sia in salamoia e sia ripiene, il 25 gennaio 1849, durante il suo breve soggiorno ascolano. Il generale ne rimase colpito e tentò di coltivare a Caprera le piantine avute dal suo fedele amico Candido Augusto Vecchi, ma non riuscì nell’intento.
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