Gli spaghetti alla picchiapò sono un primo piatto della tradizione romana, quella più verace. Sono chiamati in questo modo a causa dell’atto di picchiare la carne, cioè batterla ripetutamente per renderla più morbida in cottura. Potrebbero assomigliare a un ragù, ma in realtà il procedimento è completamente diverso, perché la carne viene preparata da parte. Sono considerati anche come una ricetta di recupero, perché per prepararli si utilizza il brodo nel quale viene cotta la carne. Con questo sughetto si possono preparare diversi piatti, come il baccalà alla picchiapo’ o i fagioli. Ma oggi vediamo i più classici spaghetti.
Spaghetti alla picchiapò
Ingredienti
- spaghetti 350 g
- carote 2
- sedano 1 costa
- cipolle bianche 2
- patate 2
- manco 500 g
- cipolle rosse 2
- pomodorini pachino 120 g
- olio evo
- alloro
- sale
- peperoncino
Preparazione
La prima cosa da fare per preparare gli spaghetti alla picchiapo’ è tagliare a pezzi la carota, il sedano e le cipolle bianche. Unite in una pentola capiente questi ingredienti insieme ai pezzi di manzo e coprite il tutto con l’acqua ancora fredda. Accendete il fuoco e portate l’acqua a bollore. Da quel momento in poi contate almeno 4 ore. Potete preparare il brodo il giorno precedente. Una volta pronto tenete da parte la carne con un po’ di brodo, e utilizzate il rimanente per cuocere dei tortellini. Il giorno successivo pensate agli altri ingredienti. Tagliate a fettine sottili le cipolle rosse.
Se avete modo di procurarvele, utilizzate quelle di Tropea. In una pentola scaldate un giro di olio extravergine di oliva e fate soffriggere le cipolle con abbondante peperoncino. Sciacquate i pomodorini e tagliateli a metà, quindi uniteli in padella. Recuperate la carne dal brodo e sfilacciatela, quindi unitela al condimento. Fate cuocere il tutto per 20 minuti, quindi versate un po’ di brodo preparato in precedenza. Fate restringere il tutto. Intanto fate cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata. Quando saranno cotti al dente, scolateli. Impiattate e condite con il sughetto alla picchiapo’.